Pianta erbacea perenne, appartenente alla famiglia delle Alismataceae; dovrebbe essere originario nel Sud-America nord-orientale.
La sua definizione sistematica è ancora oggetto di parecchie controversie; per alcuni autori sarebbe la stessa pianta conosciuta anche con il nome Echinodorus maculatus
secondo altri autori (Jozef Somogyi, Bratislava 2006), è una specie a se stante, forse un ibrido tra l'Echinodorus maculatus e l'Echinodorus reptilis; anche il Catalogo delle
Piante (http://www.plantlist.org) riporta che la sua posizione sistematica è ancora imprecisa.
Pianta acaule, dotata cioè di un fusto con i nodi molto ravvicinati tanto che foglie sembrano nascere tutte dallo stesso punto, in modo da formare quella che comunemente è
chiamata rosetta; presenta un colletto inguainato, posto a filo del fondale o leggermente sollevato da esso; al di sotto del colletto si sviluppa un grosso apparato radicale, molto fitto,
con radici sottili ed allungate; direttamente dal colletto partono dei robusti piccioli, non più lunghi di 5 cm, che sostengono le foglie cordate o appena cordate che tendono ad assumere
una posizione orizzontale; la lamina fogliare, lunga e larga sino a 15 cm, è liscia o appena bombata e con l'apice arrotondato o appena appuntito; il margine fogliare è dritto, liscio o
leggermente ondulato; sono ben evidenti le nervature longitudinali, meno quelle trasversali.
Le foglie tendono a rimanere raccolte senza dirigersi verso la superficie.
La colorazione della lamina fogliare è di un verde chiaro, tendente al giallo in condizioni di scarsa illuminazione; sulle foglie più vecchie si formano delle macchie irregolari,
di un color marroncino brunastro.
Come già detto è molto simile all'Echinodorus maculatus ed anche all'Echinodorus cordifolius 'Harbich'; rispetto al primo non presenta la caratteristica
macchiettatura, di un color rosso brunastro, delle foglie più giovani e la punta della lamina fogliare è meno pronunciata; rispetto al secondo "non c'è modo di distinguere
l'Echinodorus schlueteri dalla pianta oggi commercialmente nota come Echinodorus cordifolius 'Harbich'", considerazione personale di Jozef Somogyi.
Si propaga per semi e, soprattutto, per talea; ciclicamente produce un grosso scapo, fusto privo di foglie, che porta numerose infiorescenze a racemo; i fiori hanno le
corolle a rosacea con i petali di color bianco e il pistillo e gli stami di un color giallo canarino; lo scapo supporta anche numerose piantine avventizie; quando le piantine figlie hanno
raggiunto una dimensione di 8 / 10 cm si staccano, con un tratto di scapo, e si ripiantano.
Pianta di piccole o medie dimensioni, dalla crescita veloce, per mantenerla in condizioni ottimali necessita di alcune attenzioni: un'illuminazione di medio-alta intensità ed
una abbondante Fertilizzazione, effettuata inserendo le apposite pasticche, a base di ferro bivalente chelato in combinazione
con il manganese, direttamente nel fondale, sopratutto intorno alla radice; è anche necessaria una normale somministrazione di CO2, effettuata mediante un apposito
Diffusore di Anidride Carbonica; se dovesse crescere in maniera eccessiva, perdendo la forma raccolta, occorre potare le foglie
più sviluppate e ridurre l'illuminazione, la fertilizzazione e la diffusione dell'anidride carbonica.
Non è molto esigente per quanto riguarda gli altri valori chimici dell'acqua che dovrebbe essere tenera e leggermente acida ma tollera bene anche un'acqua dura e leggermente
alcalina; sopporta bene anche le temperature leggermente più elevate.
Si consiglia di tagliare, appena comincia a crescere, lo scapo aereo che, altrimenti, sfrutterebbe molto la pianta madre, compromettendone la bellezza.
Pianta resistente e molto decorativa, è estremamente consigliabile per l'acquariofilo alle prime esperienze anche in compagnia di piccoli pesci come i Brachychalcinus
orbicularis oppure i Gymnocorymbus ternetzi; è consigliabile inserire anche dei pesci "mangia-alghe" come la Farlowella vittata ed lo Sturisomatichthys aureum.