Temperatura 24° / 30° C Densità 1022 / 1024 PH 8,4
Allevamento e compatibilità in acquario
Curioso tetraodontiforme appartenente, secondo alcuni autori, alla propria famiglia dei Monacanthidae, secondo altri, (Warren E. Burgess), alla famiglia dei Balistidae; endemico
nell'Oceano Indiano nord-occidentale: Mar Rosso.
Presenta un corpo romboidale, poco allungato e poco compresso lateralmente, dalla particolare forma rassomigliante ad un Canthigaster margaritata; la testa è triangolare ed occupa una
buona parte del corpo; il peduncolo caudale è grosso ma ben distinto; la bocca, piccola ed in posizione molto terminale, è trasformata in una specie di becco con i denti fusi in quattro placche ossee,
due superiori e due inferiori; gli occhi, grossi e sporgenti, sono situati molto in alto, quasi sopra le pinne pettorali; la pelle è ruvida e resistente, ricoperta di piastre ossee romboidali dotate
di una o più spine ossee, che formano una specie di ruvida corazza.
La pinna dorsale è nettamente divisa in due parti, di cui l'anteriore, molto lunga e sorretta da 2 spine rigide, viene portata quasi sempre reclinata sul dorso e la posteriore, nettamente
staccata dalla prima parte e sorretta da 25 / 28 raggi molli, ha un profilo sinusoidale, si estende da circa metà del corpo fino al peduncolo caudale e termina con un lobo posteriore dal margine arrotondato
che sfiora il peduncolo caudale; la pinna anale, sorretta a sua volta solo da 22 / 25 raggi molli, è simmetrica rispetto alla pinna dorsale, insieme alla quale forma, mediante un continuo movimento ondulatorio,
il sistema propulsivo del pesce che così può muoversi tranquillamente in avanti o all'indietro; la pinna caudale è invece poco mobile ed è portata molto spesso aperta a forma di ventaglio semicircolare e
serve soprattutto per bilanciare il corpo; le pinne pettorali hanno una forma trapezoidale con il margine leggermente arrotondato mentre mancano le pinne ventrali.
La livrea è molto colorata; il corpo è di un colore marroncino rossastro sul dorso che sfuma verso il giallo in direzione della bocca, della coda e del ventre; su tutto il corpo è presente
una fitta puntinatura di color turchese fluorescente; l'occhio è al centro di una verminatura turchese; una macchia nera, simile ad un finto occhio, è posta all'attaccatura della pinna dorsale; la pinna
caudale è di color giallo sempre ricoperta da puntini chiari; le restanti pinne sono semitrasparenti con sfumature gialle; il ventre è giallo, con sfumature turchesi.
La livrea è molto simile a quella del Canthigaster margaritata, che viene così imitato per ingannare i predatori che non attaccano quest'ultimo a causa del veleno
secreto dalla sua pelle in caso di pericolo (mimetismo batesiano); la differenza più evidente che intercorre tra le due specie consiste nella lunghezza della pinna dorsale e di quella anale, lunghe e sorrette
da 25 / 28 raggi molli), nel Paraluteres arqat, corte e sorrette da solo 8 / 10 raggi molli, nel Canthigaster margaritata.
E' compatibile con quasi tutte le altre razze di pesci tropicali, ma soffre molto della concorrenza di pesci veloci nell'alimentarsi.
Da sistemare, preferibilmente in coppie, in piccoli acquari arredati con molti invertebrati sessili, sistemati a formare anfratti e nascondigli, e con un ampio spazio sul davanti per nuotare;
molto adatto alla convivenza di pesci altrettanto tranquilli e lente nell'alimentarsi.
E' molto esigente per quanto riguarda le condizioni chimiche dell'acqua e per l'alimentazione, è, pertanto, molto sconsigliato per il neofita appassionato.
Per il suo ottimale mantenimento in acquario e per mantenere i suoi splendidi colori è indispensabile che l'acquario in cui è ospitato sia dotato di un potente sistema di filtraggio, meglio se
realizzato tramite un Filtro Esterno pressurizzato con la portata oraria di almeno 4 volte la capacità dell'acquario; sono anche molto importanti
frequenti ed abbondanti cambi di acqua, preceduti da un'accurata sifonatura del fondo, e regolari aggiunte di Oligoelementi e Bioelementi.
Insieme all'ottima qualità dell'acqua, ottenuta con l'uso di Sali Marini sintetici di ottima qualità ed il cui costo
superiore verrà ammortizzato in poco tempo, è molto consigliabile che all'interno dell'acquario ci sia un debole flusso d'acqua, meglio se variabile nel tempo e proveniente da diverse direzioni,
ottenuto con l'uso delle apposite Pompe di Movimento e di un programmatore.
Per mantenere questo nostro ospite in perfetta salute è meglio effettuare regolari trattamenti con un Ozonizzatore di
adeguata portata, meglio se effettuati all'interno di un'apposito Schiumatoio, che aiuta anche a ridurre la naturale
produzione di fosfati e nitrati effettuata dai batteri aerobici del filtro biologico.
Inizialmente è molto timido e si nutre con difficoltà; serebbe meglio acquistare un esemplare già perfettamente acclimatato da un esperto negoziante; una volta ambientato va nutrito con mangime
vivo o surgelato, scongelato con un poco di acqua dell'acquario prima della somministrazione: Artemia salina, Chironomus, Mysis, che purtroppo raccoglie molte lentamente; molto raramente accetta
il Mangime Liofilizzato o quello secco, in granuli di piccolo diametro o in fiocchi.
Non è consigliato per l'acquario di un neofita alle sue prime esperienze; meglio indicato per quello di un esperto acquariofilo.