Perciforme di medio-piccola grandezza appartenente alla famiglia dei Cichlidae; proveniente originariamente dal Sud America: bacino imbrifero dei Rio Meta, Rio Vita,
Rio Tomo, Rio Tuparro e Rio Vichada, affluenti di sinistra del fiume Orinoco, in Colombia e Venezuela; è raramente riprodotto ed allevato per l'acquariologia.
Presenta un corpo discoidale, molto compresso lateralmente; la testa è piccola ed appuntita; la bocca, posta in posizione terminale è piccola; il peduncolo caudale
è largo e ben distinto.
La pinna dorsale, trapezoidale, è preceduta da una spina singola ed è sorretta da 13 spine rigide, solo parzialmente ricoperte dalla membrana interradiale, e da 8 o
9 raggi molli, con il primo raggio molle molto più lungo degli altri; questa pinna ha un aspetto seghettato, è poco sviluppata in altezza, si estende sulla metà posteriore del
dorso e termina con un grosso lobo posteriore dall'apice appuntito; la pinna anale, trapezoidale e sorretta a sua volta da 7 spine rigide, parzialmente ricoperte dalla membrana
interradiale, e da 9 o 11 raggi molli, è simmetrica alla pinna dorsale ed anch'essa ha un aspetto seghettato; la pinna caudale, dalla larga forma trapezoidale, ha il margine
notevolmente arrotondato; le pinne ventrali sono molto particolari, triangolari, e sostenute da 3 spine rigide, hanno la spina rigida mediana notevolmente lunga e trasformata
in un sottile filamento.
La livrea è di un color grigio giallastro, con leggeri riflessi di color verde; il dorso è più scuro, quasi verde oliva mentre il ventre è di un color grigio
argento; sull'opercolo branchiale, sotto l'occhio, è a volte presente una zona di color giallo oro o arancione; sul fianco sono, a volte, presenti 8 bande trasversali irregolari,
di un colore scuro; una linea scura, di un color nero compatto, e leggermente arquata, congiunge
la bocca con l'apice della pinna dorsale, passando sopra l'occhio; questa linea è appena evidente tra la bocca e l'occhio mentre è più marcata tra l'occhio e l'apice della
pinna dorsale; alla fine del peduncolo caudale, sulla parte superiore, è presente una macchia scura; le pinne sono semi-trasparenti con leggeri riflessi di color turchese.
Non vi sono grosse differenze tra gli esemplari di sesso femminile e quelli di sesso maschile; quest'ultimi sono solo leggermente più grossi e con la pinna dorsale
e quella anale più appuntite.
Il Mesonauta egregius è molto simile al Mesonauta insignis ed al Mesonauta festivus, con i quale viene spesso confuso e che vengono commercializzati sotto
lo sesso nome comune; la differenza più evidente consiste nella linea arquata che nel primo è di un nero compatto e non raggiunge la bocca mentre nel Mesonauta insignis il colore
è meno intenso e si vede il reticolo formato dal bordo nero delle squame mentre nel Mesonauta festivus, meno colorato, è arquata e raggiunge la bocca.
E' un pesce relativamente pacifico; spesso compatibile con tutti i pesci altrettanto pacifici ed anche di piccole dimensioni come Hasemania nana, Paracheirodon
innesi, Petitella georgiae, Hyphessobrycon herbertaxelrodi, Hyphessobrycon pulchripinnis, Hyphessobrycon amandae; a volte, ma solo durante la
riproduzione, il maschio assume un comportamento territoriale e scaccia, anche violentemente, gli altri pesci dal suo territorio.
Richiede una vasca di medie dimensioni con molte rocce e legni di torbiera, disposti a formare nascondigli, e molte piante robuste come l'Anubias barteri oppure il
Microsorum pteropus in quanto ha il vizio di scavare delle buche tra le radici delle piante.
Poco esigente per quanto riguarda l'alimentazione, in natura raccoglie dal fondo piccole particelle alimentari; in acquario è onnivoro ed accetta tutti i tipi di mangime
di piccole dimensioni preparati per l'acquariofilia: mangime surgelato, preferibilmente chironomus, liofilizzato, secco in scaglie o microgranuli.
Abbastanza sensibile ai valori dell'inquinamento dell'acqua che deve essere molto ben filtrata ed ossigenata, priva di nitrati e di fosfati; sono, pertanto, consigliabili un
potente sistema di filtraggio, anche con torba granulare, e frequenti ed abbondanti cambi parziali dell'acqua, preceduti da un'attenta sifonatura del fondo; sono consigliati regolari
aggiunte di Oligoelementi e Bioelementi.
La riproduzione in acquario è relativamente facile; è difficile stabilire con esattezza i sessi ed è, comunque, sempre meglio far formare una coppia affiatata in un gruppo
di 5 / 7 giovani individui.
Per una buona riuscita occorre inserire i riproduttori in una vasca a loro dedicata, riempita con acqua tenera e dotata di un filtraggio con torba in granuli; l'acqua deve
assumere una colorazione bruna, simile a quella di un tè; è molto importante in quanto gli acidi umici della torba impediscono l'attacco di muffe e batteri sulle uova che altrimenti
andrebbero perse nei 2 o 3 giorni successivi alla deposizione; i genitori possono spaventarsi con facilità e mangiare le uova, occorre, quindi, sistemare la vasca in un posto tranquillo
e poco frequentato.
La deposizione avviene di sera, dopo un lungo ed intenso corteggiamento da parte del maschio; entrambi i genitori ripuliscono una pietra o un legno, una volta che l'area
di riproduzione è stata ripulita, la femmina vi deposita le uova che poi saranno fecondate dal maschio; dopo 2 o 3 giorni avviene la schiusa e dopo altri 3 o 4 giorni gli avannotti
hanno riassorbito il sacco vitellino e nuotano liberamente; per tutto questo tempo entrambi i riproduttori sorvegliano attentamente il nido scacciando eventuali indesiderati ospiti;
quando gli avannotti nuotano liberamente i genitori li trasferiscono in alcune buche che scavano sul fondo, tra le radici delle piante; ora possono essere nutriti con naupli di
artemia salina fatti appositamente dischiudere.
In definitiva è molto adatto all'acquariofilo principiante, a patto di tenerlo in acquari con poche, robuste piante e molte rocce e legni di torbiera come arredamento in
quanto tende, durante la riproduzione, a scavare numerose buche nella sabbia.