Varietà ornamentale di allevamento della carpa comune, ciprinide della famiglia dei Cyprinidae; la varietà originaria proviene probabilmente dal continente asiatico,
principalmente dalla regione compresa tra il Mar Nero, il Mar Caspio ed il Turkmenistan, ma da secoli è allevata in tutto il mondo; la varietà selvatica è stata introdotta in Giappone nel
XV secolo e d'allora iniziò anche l'allevamento di questa varietà nana e con colorazioni molto appariscenti; nel 1914 si tenne a Tokio la prima esposizione di tutte le varie colorazioni
ottenute dai pazienti incroci.
Inizialmente venivano allevate nei laghetti, in vasi di ceramica o in mastelli di legno; per questo motivo l'allevamento è stato indirizzato a selezionare forme e colorazioni
interessanti se viste dall'alto.
Presenta un corpo fusiforme, allungato, a sezione ovale nella parte centrale e compresso lateralmente nella parte posteriore; il dorso è leggermente arquato mentre il ventre è quasi
piatto; la testa è ogivale, leggermente schiacciata in senso verticale; gli occhi, piccoli e poco sporgenti, sono posti molto in avanti e possono vedere anche fuori dall'acqua; davanti agli occhi
vi sono 4 narici, riunite a coppie ed ogni narice della coppia, quella anteriore destinata all'entrata dell'acqua e quella posteriore all'uscita, è separata dall'adiacente da un lembo carnoso; la
bocca, larga e protrattile, è posta in posizione sub-terminale, ha le labbra carnose ed è circondata da 2 coppie di bargigli carnosi molto sensibili; la bocca è priva di denti ma all'interno della
cavità orale vi sono due ossa falciformi, dette denti faringei, dotate di protuberanze ossee, adattate alla triturazione; l'attività combinata della vescica natatoria e dell'organo di Weber, una
catena di ossicini posti tra la vescica natatoria e l'orecchio interno, permette una capacità uditiva simile a quella di un essere umano; le squame, se presenti, sono grandi e molto spesse; la
linea laterale è completa; il peduncolo caudale è ben distinto.
La pinna dorsale, trapezoidale e sostenuta da 3 o 4 spine rigide e da 17 / 23 raggi molli, si estende da metà del dorso sino al peduncolo caudale; le spine non sono completamente
ricoperte dalla membrana interradiale e danno alla pinna un aspetto seghettato; la pinna anale, trapezoidale e sostenuta a sua volta da 2 o 3 spine rigide e da 5 o 6 raggi molli, è posta in
corrispondenza della fine della pinna dorsale; la pinna caudale, dalla forma a delta, è incisa e divisa in due lobi simmetrici dagli apici appuntiti; le pinne ventrali, di forma triangolare e
molto larghe, sono poste in corrispondenza dell'inizio della pinna dorsale; le pinne pettorali, trapezoidali ed anch'esse molto larghe, sono poste in posizione giugulare, appena dopo il margine
inferiore dell'opercolo branchiale.
Non vi sono particolari differenze tra gli esemplari di sesso femminile e quelli di sesso maschile; questi ultimi sono solo leggermente più snelli e presentano delle piccole
protuberanze sulla testa, dette tubercoli nunziali.
La livrea è molto colorata e variabile, generalmente il colore di fondo è un giallo dorato o un bianco latte, marezzato irregolarmente di rosso, nero, azzurro, giallo.
Finora sono state definite ben 22 varietà specifiche per forma, disposizione delle squame e colorazione; le più conosciute sono:
- Kohaku, dalla pelle bianca, con grandi macchie rosse sul dorso;
- Narumi Asagi, dalla pelle bianca, con grandi macchie rosse sul fianco ed una fascia azzurra sul dorso;
- Showa Sanshouku, dalla pelle bianca, con grandi macchie irregolari rosse e nere;
- Kigoi, dalle pelle di color giallo limone, senza macchie;
- Aigoromo, dalla pelle bianca, con macchie irregolari marroni su cui il bordo delle squame, più scuro, forma un reticolo;
- Goshiki, dalla pelle solitamente azzurra, con macchie rosse sul dorso;
- Ogon, dalla pelle di color oro, platino o arancio, con effetto metallizzato.
Pesce estremamente pacifico, robusto, rustico, è assai facile da allevare in un acquario di comunità e convive anche con pesci più piccoli di lui; non richiede particolari
valori dell'acqua e l'unica precauzione consiste nel fornirgli molto spazio per nuotare; per arredamento qualche pianta robusta, rocce e legni di torbiera vanno benissimo.
Il Cyprinus carpio, varietà Koi, è adatto a vivere anche in vasche e fontane all'aperto, in compagnia delle varietà di Carassius auratus, sia di estate che
di inverno, purchè ci sia un minimo di ossigenazione e di ricambio dell'acqua; nelle vasche all'aperto deve essere nutrito con molta parsimonia in quanto si riesce a cibare con tutto
cio che cade o nasce nella vasca: alghe, piante ed insetti, mantenendola così pulita; molto spesso viene utilizzato come trappola per le zanzare, le quali, attratte dall'acqua, si avvicinano per deporre le uova e vengono così divorate.
In natura è onnivoro, si nutre di tutto quello che può trovare in acqua, sul fondo o sulla superficie della stessa, insetti, larve, vermi, piccoli crostacei e gasteropodi;
è goloso di frutta e di insalata; spesso viene a galla per mangiare gli insetti che volano vicino alla superficie oppure rovista sul fondo per raccogliere le minute particelle alimentari
che vi si trovano; in acquario accetta qualsiasi tipo di mangime: surgelato, preferibilmente chironomus, liofilizzato o mangime secco in scaglie o in granuli; gradisce anche
mangime fresco di origine vegetale, lattuga, rotelle di zucchina o di banana, piselli; il mangime deve essere somministrato con molta parsimonia e più volte al giorno.
La riproduzione, stimolata da un innalzamento della temperatura, in un acquario casalingo è resa difficile dalle dimensioni degli individui maturi mentre riesce facilmente
nelle vasche all'aperto; la femmina dopo un intenso corteggiamento da parte del maschio, che può durare anche giorni, espelle le uova che vengono immediatamente fecondate dal maschio;
per evitare che gli stessi riproduttori se ne nutrano, conviene far avvenire la deposizione in una vasca apposita, dotata di una griglia a maglie larghe ad un paio di centimetri dal
fondo e qualche filo di Ceratophyllum demersum come arredamento; per facilitare la deposizione in una vasca all'aperto conviene sistemare una zona con un fondo composto da
grossi sassi rotondi, qualche pianta robusta, e con un livello dell'acqua non superiore a 20 / 30 centimetri.
In una vasca domestica, una volta terminata la deposizione, conviene togliere i riproduttori e cambiare una parte dell'acqua; dopo 5 / 7 giorni avviene la schiusa ed i
piccoli avannotti, in una decina di giorni, dovranno riassorbire il sacco vitellino; solo ora potranno essere alimentati con naupli di artemia salina, tuorlo d'uovo essiccato o altri
appositi mangimi per avannotti.
Se invece si è tentato la riproduzione in una vasca all'aperto, dopo la deposizione conviene recintare la zona con una rete a maglie sottili in maniera che gli altri
pesci non possano accedervi; gli avannotti rimarranno da soli in questa zona protetta, dove potranno essere nutriti, con abbondanza, senza soffrire della concorrenza degli adulti.