Piccolo siluriforme della famiglia dei Callichthyidae; è originario del bacino imbrifero del basso Orinoco, in Venezuela; ormai questa specie è cosmopolita ed allevata per l'acquariologia.
Specie dalla classificazione incerta e controversa; secondo alcuni autori il Corydoras brevirostris, proveniente dal Venezuela, ed il Corydoras melanistius , proveniente dal bacino
del Rio Essequibo, sarebbero solo due variazioni locali della stessa specie, secondo altri sarebbero due specie distinte; in accordo con questa seconda scuola di pensiero verranno trattate come tali in attesa
di studi più approfonditi e di un eventuale analisi del DNA.
Presenta un corpo ovoidale, leggermente allungato, con il dorso decisamente convesso ed il ventre quasi piatto; la testa e la parte anteriore del corpo sono racchiuse in una
scatola ossea rigida mentre la parte posteriore è ricoperta da piastre ossee mobili che, nell'ordine di due file orizzontali, sono connesse tra di loro a mo' di embrice ( tegola
romana o tegola piana ); la testa è relativamente grande e camusa; davanti agli occhi sono presenti due piccole narici tubolari, con funzioni olfattive; la bocca, piccola, è posta in posizione
sub-ventrale ed è contorniata da tre coppie di bargigli carnosi, quattro lunghi e due corti, utilizzati come organi di senso; il peduncolo caudale è ben distinto; una caratteristica
peculiare deriva dal fatto che può integrare la respirazione branchiale con l'assorbimento dell'ossigeno attraverso la membrana intestinale: non è raro infatti che il Corydoras
brevirostris salga a galla, letteralmente, a "prendere una boccata d'aria".
La pinna dorsale, dalla forma trapezoidale e sorretta da una spina rigida, piuttosto massiccia, e da 7 raggi molli ramificati, è posta al centro del dorso e termina con un
piccolo lobo posteriore; dietro la pinna dorsale è presente una piccola pinna adiposa, posizionata appena prima del peduncolo caudale; la pinna anale, piccola e sorretta a sua volta da
1 o 2 spine rigide e da 5 o 6 raggi molli, ha una forma triangolare ed è posta in corrispondenza della pinna adiposa; la pinna caudale, dal profilo trapezoidale, ha il margine inciso e
diviso in due lobi simmetrici, con gli apici arrotondati; le pinne ventrali, piccole e dalla forma triangolare, sono poste in corrispondenza
della pinna dorsale; le pinne pettorali, dalla forma triangolare e particolarmente allungate, hanno la prima spina rigida massiccia, molto sviluppata e leggermente seghettata posteriormente.
La livrea è abbastanza colorata; il fianco è di un grigio argento, con leggere sfumature dorate, mentre la fronte è di un color grigio piombo; su tutto il fianco sono disegnate
delle file trasversali di piccoli puntini neri; sull'occhio è presente una macchia scura, oblunga, che sale verticalmente dal margine inferiore dell'opercolo branchiale sin sulla fronte
dove si congiunge con la sua omologa formando una specie di forchetta rovesciata; appena sotto la pinna dorsale è presente un'altra grossa macchia scura, di color nero o azzurro scuro,
che si estende anche alla parte prossimale della stessa pinna; la parte compresa tra queste due macchie presenta una leggere colorazione giallo oro; sotto l'occhio è presente
una macchia di color turchese ed un'altra è presente subito dopo la fascia dorata; la pinna caudale, semi-trasparente, presenta 5 file trasversali di puntini, di color grigio o nero,
mentre le altre pinne sono semi-trasparenti con solo qualche puntino.
La livrea è molto simile a quella del Corydoras melanistius; le uniche differenze apprezzabili sono la pinna dorsale più lunga, la pinna caudale puntinata e l'apice
della macchia anteriore che non arriva sino alla pinna dorsale mentre nel Corydoras malanistius il vertice della macchia oculare si congiunge con la pinna dorsale.
Pesce gregario, molto pacifico, di abitudini crepuscolari e notturne, passa quasi tutto il tempo nascosto sul fondo dell'acquario a cercare avanzi di cibo che trova con i suoi
lunghi bargigli; è molto adatto agli acquari di comunità, anche in compagnia di pesci piccoli ed altrettanto pacifici, come Paracheirodon axelrodi, Paracheirodon
innesi, Hyphessobrycon herbertaxelrodi, Hyphessobrycon pulchripinnis, Hyphessobrycon eques.
Onnivoro, in natura si ciba di tutte le particelle alimentari che trova sul fondale; in acquario è considerato un ottimo pesce pulitore del fondo, si può nutrire
con mangime surgelato, artemia o chironomus, liofilizzato o mangime secco in scaglie o piccoli granuli oppure con le apposite pastiglie.
Pesce molto robusto, non è particolarmente esigente per quanto riguarda i valori chimico-fisici dell'acqua che deve essere solo ben filtrata ed ossigenata; è meglio effettuare,
di tanto in tanto, dei cambi parziali dell'acqua preceduti da una sifonatura del fondo; sono consigliate aggiunte settimanali di Oligoelementi e Bioelementi.
Non esigendo particolari caratteristiche dell'acqua né di alimentazione è molto adatto all'acquario del principiante alle prime esperienze, anzi non vi dovrebbe mai mancare
almeno una coppia di questi simpatici ed utilissimi pesci.
L'unica vera attenzione, per mantenere questo simpatico siluriforme in ottima forma, consiste nel sistemare sul fondo della vasca un substrato formato da ghiaietto dai margini
arrotondati, in quanto un fondo fatto con ghiaietto con i margini taglienti può ferire i delicati bargigli utilizzati dal Corydoras brevirostris per scovare il cibo.
La riproduzione è possibile anche all'appassionato purché si doti di una piccola vasca appositatamente deputata; di piccola capacità, con il livello dell'acqua a non più di
venticinque centimetri e dotata di un semplice filtro a spugna sintetica; le uova sono sensibili alla luce e quindi occorre aggiungere all'acqua della vasca da riproduzione un estratto di
torba liquido, che inoltre protegge le uova da eventuali attacchi funginei, inoltre conviene schermare la vasca e posizionarla in un posto tranquillo; non occorre un particolare arredamento,
basta solo un poco di ghiaietto sottile, qualche legno e qualche filo di Ceratophyllum demersum.
Non è facile determinare il sesso dei riproduttori e quindi consigliabile prendere una coppia formatasi spontaneamente nella vasca di comunità; la femmina depone 1 / 4 uova in
una specie di tasca formata dalle pinne ventrali; il maschio afferra i barbigli della femmina con le pinne pettorale e poi rilascia alcuni spermatozoi con cui feconda le uova; dopo la
fecondazione la femmina deposita le uova, molto adesive, nel luogo prescelto per il nido; la coppia ripete più volte questa procedura sino a quando la femmina non ha esaurito le uova;
terminata la deposizione è meglio togliere i riproduttori e quasi tutta l'acqua, senza mai scoprire le uova, rimpiazzandola con altra acqua dalle medesime caratteristiche.
Le uova si schiudono dopo 3 / 5 giorni e dopo altri 2 i piccoli hanno riassorbito il sacco vitellino; solo ora è possibile nutrirli con infusori e rotiferi, dopo una
settimana si possono somministrare naupli di artemia salina fatti schiudere apposta.