Piccolo antozoo coloniale, appartenente all'ordine degli Exacoralli Madreporari o Scleractinia, famiglia delle Pocilloporidae; endemico ma
raro nell'Oceano Indiano e nell'Oceano Pacifico centro-occidentale.
I singoli individui, di una grandezza oscillante da 0,5 ad 1,5 millimetri, presentano un corallite calcareo e poroso, di forma tubolare; entro il corallite
è situato il corpo dell'Antozoo, detto colonna, con sei setti primari fusi con la columella, e, a volte, sei corti setti secondari; in cima alla colonna si apre
l'orifizio orale, circondato da sei piccoli tentacoli.
I coralliti della colonia, fusi insieme per quasi tutta la loro lunghezza, hanno una crescita uniforme, le parti apicali sono appena sollevate, a formare
delle piccole creste lungo i rami della colonia; lo scheletro calcareo è completamente ricoperto dal Cenosarco comune, un tessuto epiteliale canalizzato che
collega tutte le cavità gastriche dei polipi, che contiene moltissime microscopiche alghe simbiotiche, del genere zooxanthellae, ed è coperto da sottili spicole
calcaree solide.
Le colonne dei singoli individui sporgono appena dal cenosarco comune con le loro aperture orali, ben distinte le une dalle altre e circondate da una
corolla di sei piccoli tentacoli urticanti che vengono estroflessi in condizione di scarsa illuminazione.
La Seriatopora hystrix cresce, generalmente in una forma arborea, con i vari rami, quasi cilindrici, dritti, affusolati, quasi a forma di lancia;
i rami si biforcano radialmente e possono essere radi e ben separati o compatti e sovrapposti, specialmente dove le correnti sono molto impetuose; i vari individui si
dispongono in maniera disordinata; le spicole calcaree che ricoprono il cenosarco hanno un aspetto granuloso.
La colorazione del cenosarco varia dal giallo, al rosso fino al violetto a seconda della quantità di alghe zooxantelle presenti.
La Seriatopora hystrix è molto simile alla Seriatopora stellata dalla quale si distingue per i coralliti disposti disordinatamente e non in file
ordinate.
Le condizioni ideali per questo Antozoo sono rappresentate da un acquario di barriera ben avviato, con una illuminazione, da media a forte intensità, fornita
da lampade ad alogenuri metallici o lampade fluorescenti T-5 e con un ottimo sistema di filtraggio, meglio se effettuato tramite un
Filtro Esterno pressurizzato con la portata oraria di almeno 4 volte la capacità dell'acquario.
Per ottimizzare la loro permanenza in acquario, è consigliabile un'ottima qualità dell'acqua, ottenuta con l'uso di
Sali Marini sintetici di ottima qualità ed il cui costo superiore verrà ammortizzato in poco tempo; per avere dei
livelli di fosfati e nitrati il più vicino possibile allo zero sono consigliati frequenti ed abbondanti cambi di acqua con sifonatura del fondo e regolari aggiunte di
Oligoelementi e Bioelementi.
Fondamentale per la permanenza in acquario di questa sclerattinia è anche il flusso dell'acqua intorno alla colonia, che deve essere di intensità variabile nel
tempo, da lieve a molto turbolenta, e proveniente alternativamente da differenti direzioni, per simulare i flussi di marea presenti nel loro habitat naturale; questi flussi
variabili potranno essere facilmente ottenuti con l'uso delle apposite Pompe di Movimento.
Per mantenere i nostri ospiti in perfetta salute è meglio effettuare regolari trattamenti con un Ozonizzatore
di adeguata portata, meglio se effettuati all'interno di un'apposito Schiumatoio.
Queste sclerattinie in natura ricevono la maggioranza dei loro bisogni nutrizionali dalla fotosintesi clorofilliana, ma in acquario potranno sicuramente beneficiare dell'aggiunta di vari tipi di fito e zooplancton liofilizzato o, meglio ancora, surgelato,
fatto rinvenire qualche minuto in acqua, preferibilmente la stessa dell'acquario, da spuzzare con una apposita siringa addosso alla colonia, di sera, quando i polipi estroflettono i loro tentacoli.
L'esperto acquariofilo si può cimentare con la sua riproduzione staccando da una colonia, ben avviata da almeno due anni, un ramo e fissandolo su di una base in metacrilato con l'apposita resina epossidica.
Appartenendo all'ordine dei Madreporari è soggetto a limitazione nell'importazione, necessita infatti di un certificato C.I.T.E.S., ma per la sua robustezza e la facilità dell'allevamento è comunque consigliabile
anche per un acquariofilo alle sue prime esperienze con l'acquario di barriera.