Piccolo Antozoo ermatipico coloniale, appartenente all'ordine dei Madreporari o Scleractinia, famiglia delle Acroporidae; è endemico
nell'Oceano Indiano orientale e nell'Oceano Pacifico centro occidentale; Grande Barriera Corallina, Indonesia, Filippine, Isole fiji, Nuova Guinea.
Ogni singolo individuo ha un corpo cilindrico, lungo pochi millimetri, detto colonna; da una parte della colonna vi è il disco adesivo con cui
l'Antozoo si ancora saldamente al supporto; dalla parte opposta della colonna vi è un piccolo disco orale in cui si apre l'apertura orale, detta stoma, che
mette in comunicazione l'esterno con la cavità gastrovascolare, composta da sei camere radiali dette setti; il disco orale è circondato da una corona formata
da sei coppie di piccoli tentacoli claviformi, ogni coppia di tentacoli è in comunicazione con una delle sei camere gastro-vascolari.
La colonna è quasi completamente ricoperta da un esoscheletro rigido e poroso, in carbonato di calcio, detto Corallite, che, a sua volta, è
ricoperto dal Cenosarco, un tessuto epiteliale canalizzato che collega tutte le cavità gastriche dei polipi; caso insolito nella famiglia delle
Acroporidae, la colonna ed il tubo calcareo di protezione non hanno un andamento rettilineo ma la parte apicale della colonna è piegata con un angolo di
quasi 90 gradi, rispetto al resto della colonna, mentre il corallite forma uno svaso in corrispondenza della piegatura.
La colonia è formata, in genere, da moltissimi di questi piccoli polipi, che si dipartono radialmente in direzione sub-orizzontale da una radice
comune formando lo scheletro calcareo della colonia, dalla tipica forma a scodella; più formazioni si dipartono da una radice centrale e si protendono
radialmente, su più livelli, in ogni direzione facendo assumere alla colonia la forma di una spirale ascendente o di un cespo di insalata.
I vari coralliti sono quasi completamente ricoperti dal cenosarco; sulla pagina superiore della colonia si aprono le aperture orali dei singoli
individui, ben distinte le une dalle altre; il cenosarco provvede anche a riempire lo spazio presente tra i coralliti con altro carbonato di calcio poroso
rendendo solida tutta la colonia; il deposito interstiziale non è liscio ma presenta escrescenze simili a verruche.
Il cenosarco è generalmente di color giallo, ocra, viola, rosa e verde con i margini più chiari; il colore è molto variabile per la quantità di
alghe simbionti del genere delle Zooxantelle, più o meno presenti; il disco orale e la corona di piccoli tentacoli hanno invece un colore più tenue.
Il Zooxanthella, è un genere di microscopiche alghe unicellulari, comunemente denominate zooxantelle, che vivono in simbiosi con i polipi
delle Acropore e con altre specie di invertebrati marini (Alcyoniidae, Merulinidae, Pocilloporidae, Tridacna); esse, come tutti gli organismi vegetali,
assorbono l'anidride carbonica ed i sali minerali e, grazie alla luce solare, li trasformano in numerose sostanze nutritive che vengono successivamente cedute
alla Montipora capricornis che le ospita; in questo modo l'organismo che ospita le zooxantelle riceve gran parte del nutrimento che gli occorre dalla simbiosi.
La Montipora capricornis è molto simile alla Montipora foliosa con la quale condivide parte dell'areale di provenienza; se ne distingue
soprattutto per il numero e l'altezza molto minori delle escresenze prodotte sulla lamina dal cenosarco, per il loro andamento radiale più irregolare e per il
fatto che la direzione di accrescimento della lamina è molto prossima all'orizzontale.
Di giorno i vari polipi si ritirano nel cenosarco carnoso che si gonfia per esporre quanta più superficie possibile alla luce del sole; di notte,
invece, espandono la corona dei loro tentacoli al di fuori della mesoglea comune per cercare di ghermire qualche piccolo animale, facendo con questo letteralmente
fiorire la colonia.
I piccoli tentacoli risultano sia molto urticanti che molto adesivi in quanto sono fittamente ricoperti sia da cnidocisti urticanti, detti Cnidoblasti,
sia da cnidocisti adesivi, detti Spirocisti.
Le condizioni ideali per questo corallo duro sono rappresentate da un acquario di barriera ben avviato, con una forte illuminazione, fornita
preferibilmente da lampade ad alogenuri metallici; comunque le colonie, se collocate vicino la superficie dell'acquario, possono prosperare anche sotto
lampade fluorescenti T-5.
Per ottimizzare la permanenza in acquario di questo Antozoo, più delicato degli altri della sua famiglia, è indispensabile mantenere un pH elevato
ed elevati livelli di Calcio, Magnesio e Stronzio, mantenere, inoltre, i livelli di fosfati e nitrati il più vicino possibile allo zero.
Insieme con l'illuminazione e la qualità dell'acqua, ottenuta con l'uso di Sali Marini
sintetici di ottima qualità ed il cui costo superiore verrà ammortizzato in poco tempo, la Montipora capricornis preferisce che all'interno dell'acquario
vi sia un flusso d'acqua deciso ma intermittente, ottenuto con l'uso delle apposite Pompe di Movimento,
regolate con un apposito Controller.
Sono quindi indispensabili un potente filtraggio, meglio se effettuato tramite un Filtro
Esterno pressurizzato con la portata oraria di almeno 4 volte la capacità dell'acquario e caricato sia con materiale biologico sia con resine adsorbenti,
frequenti ed abbondanti cambi dell'acqua, preceduti da una sifonatura del fondo, regolari aggiunte di
Oligoelementi e Bioelementi, specialmente a base di Calcio, Magnesio e Stronzio.
Per mantenere i nostri ospiti in perfetta salute è meglio effettuare anche dei regolari trattamenti con un
Ozonizzatore di adeguata portata, meglio se effettuati all'interno di un'apposito
Schiumatoio.
Nelle giuste condizioni, il tasso di crescita di questo è molto più rapido rispetto alla maggior parte degli altri coralli duri che si trovano in un
acquario di barriera.
Se le condizioni sono ideali, si può anche formare una nuova colonia da piccoli frammenti viventi prelevati da una colonia più grande, ed incollati
ad un supporto inerte con gli appositi mastici.
Generalmente questi Antozoi soddisfano la maggior parte dei loro bisogni nutrizionali con i prodotti della fotosintesi clorofilliana, ma potranno
sicuramente beneficiare dell'aggiunta di vari tipi di fito e zooplancton Liofilizzato o, meglio ancora
surgelato, fatto rinvenire qualche minuto in acqua, preferibilmente la stessa dell'acquario, e spruzzato con una apposita siringa addosso alla colonia.
Appartenendo all'ordine dei Madreporari è soggetto a limitazione nell'importazione, necessita infatti di un certificato
C.I.T.E.S., ma per la sua robustezza e la facilità dell'allevamento è comunque consigliabile anche per un acquariofilo
alle sue prime esperienze con l'acquario di barriera.