Dopo aver controllato il perfetto funzionamento degli accessori tecnici per circa mezz'ora, è conveniente effettuare un controllo del PH
dell'acqua per assicurarsi che il valore sia in un range adeguato alle piante: tra il 6,5 ed il 7,5. Ora si può passare alla sistemazione
delle piante nell'acquario. Per la scelta delle varietà di piante da utilizzare per questa composizione conviene regolarsi con le apposite
Schede delle Piante.
Se si è scelto di utilizzare piantine a radice nuda, si prendono pianta per pianta, si tolgono le foglie rovinate, si tagliano le
radici lasciandone circa tre cm. e si dispongono su di un panno bagnato divise per taglia: alte, medie e basse; se invece si è optato per le
piantine in vasetto la preparazione è un pochino più lunga: per prima cosa si toglie il vasetto di plastica, si tagliano le radici che sporgono
dall'ovatta sintetica che riempiva il vasetto, poi si toglie delicatamente un poco dell'ovatta senza strapparla a forza dalle radici, poi si
eliminano le foglie rovinate e si dispongono le piantine per taglia sempre su di un panno bagnato.
Le Piante: disposizione
Ora si può cominciare a disporre le piantine nella vasca, per farlo si possono utilizzare le
apposite pinze per le piante che si trovano in commercio, assicurarsi nell'acquisto che siano di robusta costruzione, o, più semplicemente, con le
mani; si fà una piccola buca, ci si dispone con molta delicatezza dentro la piantina effettuando dei movimenti rotativi e poi si richiude il tutto.
Si comincia col mettere le piante più alte nella parte posteriore della vasca, badando di nascondere gli accessori tecnici, poi si procede
verso il davanti ed il centro mettendo via via le piante medie e poi quelle basse. Nel disporre le piante si deve far attenzione a creare dei
contrasti di colore tra il fogliame delle piante, a disporre piante a foglia larga vicino a pinte a foglia stretta, ad utilizzare le radici di
torbiera e le rocce come parte integrante della composizione in maniera da dare vivacità e profondità all'ambientazione; si deve far attenzione
anche a che le piante più alte non creino ombre su quelle più basse e che vicino alle prese di aspirazione delle pompe non ci siano piante con le
foglie piccole o delicate, altrimenti potrebbero essere aspirate e finirebbero con l'intasare il filtraggio. Se si sta arredando una vasca aperta si
devono considerare anche delle piante parzialmente emerse che possono addirittura fiorire nel nostro acquario.
Regolazione dell'illuminazione
Disposte a piacere le piante si controlla che la loro disposizione sia corrispondente al nostro gusto, poi si riempie sino al livello la vasca,
sempre con acqua demineralizzata e si lascia in funzione l'acquario; per le prime 48 ore conviene tenere le luci sempre accese in modo da stimolare la
ripresa vegetativa delle piante. Passato il primo periodo di ripresa vegetativa si regola
l'illuminazione cominciando con circa 12 ore giornaliere, meglio se divise in due distinti periodi; l'esigenze delle piante sono talmente varie che non è
possibile stabilire delle regole precise per quanto riguarda l'intensità ed il periodo dell'illuminazione ed è, quindi, consigliabile, procedere
per tentativi osservando attentamente la reazione dell'acquario bilanciandosi tra i due estremi. Se le piante sono modeste, non crescono
rapidamente, le foglie sono rade ed hanno una colorazione smorta, tendente al marroncino significa che la luce è poca; un'abbondante crescita di alghe
è, invece, sintomo di troppa luce; l'illuminazione giusta viene evidenziata da piante robuste e dalla crescita rapida, dalle foglie fitte intensamente
colorate, dalla presenza di microbolle di ossigeno sulle foglie.
Regolazione dei valori chimici
Innanzi tutto bisogna considerare che le piante non sono così sensibili come certi pesci ai valori chimici dell'acqua per cui ci possiamo muovere
con una certa sicurezza; durante il primo periodo di avviamento non è conveniente effettuare correzioni dei valori dell'acqua. Quando si è stabilizzato il
periodo di illuminazione si può cominciare anche con il regolare i valori chimici dell'acqua; si comincia con l'attivare il diffusore di CO2,
regolandolo al minimo e si comincia a misurare il PH dell'acquario almeno due volte al giorno, la mattina ed alla sera; infatti durante la notte le piante
interrompono la sintesi clorofilliana e smettono di assorbire anidride carbonica anzi ne producono loro stesse, quindi causano una diminuzione del PH durante le
ore notturne. E' quindi necessario interrompere la somministrazione di CO2 durante la notte, meglio se con una elettrovalvola pilotata da
un PHmetro digitale oppure da un semplice timer sincronizzato con quello delle luci; la quantità di anidride carbonica somministrata durante il giorno deve
essere tale da mantenere il PH entro un valore oscillante tra il 6,5 alla mattina ed il 7,5 alla sera. Si potrebbe anche misurare direttamente il contenuto
di anidride carbonica nell'acqua con un apposito test ma, in genere, questi test sono piuttosto difficili da fare e non sempre danno risultati attendibili;
quindi essendo il contenuto di CO2 strettamente correlato al valore del PH è sufficiente misurare quest'ultimo per avere un'indicazione attendibile.
Manutenzione e mantenimento
Per quanto fatto bene l'allestimento non è scontato che l'acquario proceda indefinitivamente senza una costante ed attenta manutenzione che deve articolarsi
su tre tipi di frequenza degli interventi: giornalieri, settimanali, a lunghi periodi. Ogni giorno bisogna controllare il valore del PH ed eventualmente
aggiustarlo regolando la diffusione della CO2; occorre anche controllare il funzionamento degli accessori tecnici e la temperatura con l'apposito
termometro; è molto importante aggiungere quotidianamente un'appropriata dose di fertilizzante liquido a base di ferro. Ogni settimana bisogna aggiungere
un'adeguata dose di fertilizzante generico liquido per reintegrare i sali minerali consumati dalle nostre piante inoltre occorre pulire i cristalli della vasca
con le apposite calamite, potare le piante per consentire una crescita armoniosa ed aspirare con un tubicino o un sifone i residui di fogliame che si sono
accumulati, in questo modo si toglie anche un poco di acqua che deve essere ripristinata sempre con acqua trattata con le resine. Ogni mese conviene inserire
nel substrato ghiaioso gli appositi conetti di fertilizzante solido vicino alle radici delle piante più voraci e, ogni sei mesi circa, conviene anche togliere
con un sifone un terzo circa dell'acqua e ripristinarla con della nuova, sempre trattata con le resine e alla quale vanno aggiunti gli appositi fertilizzanti.